Seconda parte del recap del draft 2013 di scelte e trade avvenute nella serata. Le premesse sono quelle della parte precedente.
Prima di ricominciare ad analizzare le scelte devo fare alcune precisazioni ad alcune cose scritte nella prima parte.
La scelta che New Orleans ha ceduto a Philadelphia non sarà protetta per le prime 3, ma per le prime 5 chiamate. Il discorso cambia poco rispetto alle considerazioni fatte in precedenza.
Trade Celtcs-Nets: Reggie Evans ha preferito minacciare di tortura direttamente Prokhorov invece di affidarsi ai nuovi proprietari. Il risultato è che lui e Shengelia rimangono ai Nets mentre ai Celtics finisce Marshon Brooks. Ancora, nulla di diverso dalle considerazioni iniziali tranne forse un punto di merito in più ai Celtics perché Brooks può comunque rivelarsi un giocatore utile per loro.
Inoltre i Celtics non riceveranno la prima scelta 2014 dei Nets ma riceveranno la peggior scelta al draft 2014 tra quella di Atlanta e quella di Brooklyn poiché Atlanta aveva già la possibilità di scambiare le scelte in seguito alla trade Joe Johnson dell’anno scorso. Per rimediare a tutto ciò i Celtics avranno la possibilità di invertire la loro scelta con quella dei Nets nel draft 2017. A questo punto direi che per i tifosi di Brooklyn il draft può diventare un simpatico contorno estivo per i prossimi 5 anni. Se regge Prokhorov nessun problema, se Prokhorov per un caso ad ora imprevedibile e inauspicabile dovesse andarsene prima di allora diventa probabile la gita dei tifosi Nets al lago di Cleveland. Per annegarsi.
Pick #11: Michael Carter Williams
Con la scelta numero 11 direi che le intenzioni della dirigenza Sixers sono diventate improvvisamente più chiare. Dopo la trade per Nerlens Noel ampliamente sviscerata nella prima parte i Sixers vanno subito a colmare il vuoto lasciato a roster da Jrue Holiday con Michael Carter Williams.
MCW è un giocatore profondamente diverso dal suo erede, porta dalla sua un atletismo debordante unito a una stazza sopra la media per il ruolo. Però è un giocatore complesso.
Ha totalizzato più di sette assist a partita, ma alla buona tecnica di passaggio abbina una fase di decision making e di gestione dei ritmi rivedibili. Fa coesistere delle buone letture difensive a giornate al tiro completamente ondivaghe.
Insomma, se c’è una cosa chiara che è uscita da questo draft è che la lotta per la prima scelta assoluta il prossimo anno sarà parecchio agguerrita con squadre che si daranno battaglia per perdere il più possibile.
Phila con questa scelta ha ringiovanito la squadra e abbattuto il monte stipendi, si ritrova con 4 giocatori interessanti in tutto (MCW, Noel, Turner e Young) e poco altro, ma ha spazio e possibilità di muoversi ancora.
A parte la scelta di riformare la coppia dell’high school con i due rookie inseriti nel motore Phila ha scelto di abbandonare la mediocrità a cui sembrava destinata e ripartire da zero o quasi.
Sebbene nella maggior parte dei casi sono d’accordo con le scelte di questo tipo secondo me i 76ers non erano così lontani dalla zona playoff con il gruppo precedente, ma a quanto pare la nuova dirigenza non era dello stesso avviso.
Pick #12: Steven Adams
Facciamo così, partiamo dal miglior scenario mai ipotizzabile per il nuovo centro di OKC.
Avete presente la quantità di tiri che gli avversari hanno concesso a Perkins quest’anno? Immaginate se gli stessi tiri vengano lasciati a un giocatore che ha tirato il piazzato nei provini svolti con l’80%.
Per il resto la scelta di Steven Adams mi pare una di quelle che potremmo sbeffeggiare in futuro. O almeno le premesse non sono buone. Intanto dalla diretta ESPN le prime parole usate per descrivere il suo gioco sono state:
“Steven Adams è un, ehm, ah, eh. È Neo Zelandese!”
Non il massimo dell’ispirazione, mi pare fuori discussione.
Adams ha un buon tocco, ha centimetri e praticamente basta così.
Capisco che la priorità dei Thunder a questo draft era di sostituire Perkins, su cui l’amnesty grava sulla testa come la futura disoccupazione sta alla mia eventuale laurea, ma si poteva magari puntare a qualcosa di decisamente meglio.
Di base la regola è draftare sempre il miglior giocatore e quasi mai per necessità, altrimenti rischi di prendere Steven Adams, che rischia di essere talmente lento per gli standard NBA da arrivare in attacco quando l’azione è già finita.
Pick #13 & Trade: Kelly Olynyk
Da qui è partita la mia parte preferita della serata, ovvero quella che a me piace chiamare “La danza della miseria di Cuban” quando il nostro proprietario miliardario preferito comincia a fare trade down su trade down per risparmiare sul contratto e guadagnare un po’ di cash nel mentre.
In questo caso sceglie il centro di Gonzaga per conto dei Celtics:
Dallas riceve: scelta #16 del draft, 2 seconde scelte 2014
Boston riceve: Kelly Olynyk
I Mavericks come detto ricevono una prima scelta più bassa e due seconde scelte per il prossimo anno (quella di Boston e quella di Brooklyn).
I Celtics invece hanno fatto trade-up per assicurarsi il sette piedi di Gonzaga.
Olynyk oltre ai capelli di Rapunzel e una sinistra somiglianza con il batterista degli Hanson ha un buon gioco in post e un ottimo jumper che è riuscito ad ampliare fino alla linea dei 3 punti, ma manca di effort a rimbalzo e di centimetri nelle braccia, che sono davvero corte.
Un buon giocatore a questo punto, ma rischia di far scopa con Sullinger in una delle coppie di lunghi peggio assortite della storia. Ma tanto a Boston l’imperativo è quello della longobarda: “Perdere e perderemo!”
Pick #14: Shabazz Muhammad
Con la scelta ricevuta da Utah nel precedente scambio Burke i Timberwolves scelgono il giocatore che più gli mancava a roster: Shabazz Muhammad.
L’ex UCLA era partito a inizio anno con tutti i favori per essere la prima scelta assoluta dati dall’hype creato dai video collegiali (che consiglio sempre di prendere con le pinze).
Shabazz ha poi saltato parte della stagione dovuto allo scandalo recruit e la red flag più grande è arrivata a causa dello scandalo età, quando si è scoperto prima del draft che il nostro ha un anno in più di quanto precedentemente dichiarato.
Shabazz non ha il potenziale per essere davvero la prima scelta assoluta: il suo gioco offensivo è abbastanza limitato rispetto a quello che ci si aspettava, in particolar modo la sua incapacità di crearsi un buon tiro da solo.
Eppure resta un attaccante cinque stelle che se innescato bene riesce a trovare il fondo della retina con la facilità con cui io mi sdraio sul divano a fine giornata. E Shabazz innescato da Rubio è una roba che farà lustrare gli occhi a molti appassionati. Alla 14 è davvero una signora presa.
Pick #15: Giannis Antetokounmpo
Prima che qualcuno lo chieda: sì, il nome l’ho copia-incollato.
Il Draft&Stash è una tecnica che vede la scelta di un giocatore oltreoceano che viene lasciato maturare per due-tre anni per poi essere chiamato anni dopo quando nessuno se lo ricorda e puntualmente fare il culo a mezza lega. Per ulteriori informazioni citofonare R.C. Buford a San Antonio, Texas che potrebbe insegnarlo come catechismo ai bambini.
Il niger-greco Antetokounmpo ha una lunghezza delle braccia esorbitanti e un repertorio offensivo vastissimo che potrebbe farlo evolvere o in una sorta di Durant o in una sorta di Nowitzki (non diventerà né Durant né Nowitzki, è solo un esempio per far capire il tipo di giocatore).
In realtà non si sa benissimo cosa uscirà da questo prodotto estero poiché il suo gioco è ancora in fase di costruzione e sarà interessante vedere se riuscirà ad aumentare massa muscolare e aggiungere fisicità al suo ruolo. Due-tre anni in europa e poi vediamo se i Bucks hanno fatto l’affare dell’anno o se hanno fatto un giro a vuoto.
Pick #16 & trade: Lucas Nogueira
Continua la danza della miseria di Cuban che sceglie il centro brasiliano per poi spedirlo ad Atlanta
Dallas riceve: scelta #18 del draft, scelta #44 del draft
Atlanta riceve: Jared Cunningham, Lucas Nogueira
Dallas continua a scendere, come spiegato prima e si libera anche del contratto di Jared Cunningham, due anni a poco più di un milione. Il sogno nel cassetto di Cuban è Dwight Howard e Dallas si sta muovendo pesantemente in quella direzione.
Atlanta sale di due posizioni per prendere Nogueira lasciando la sua seconda scelta e prendendosi un piccolo contratto. Fare trade up per prendere Nogueira mi pare una mossa davvero azzardata, considerando poi che la prossima scelta era comunque di Atlanta. Davvero senza senso.
Bebe Nogueira è un lungo atipico tra il 4 e il 5, con braccia sconfinate e la capacità di concludere sopra il ferro. Fisicamente ricorda molto JaVale McGee. Il problema è che è ancora grezzo come la calce e che necessita di mettere su una ventina di chili o se prova ad andare a rimbalzo contro un Reggie Evans qualunque bisogna chiamare il coroner. Un giocatore che ha bisogno di minuti per crescere e che deve metter su massa per giocare più di quel che può: un prospettone e un bel rischio per Atlanta a questo punto.
Sì, ovviamente la scena del cappellino sopra l’afro è l’apoteosi della serata in una mossa che mi ha ricordato questo:
Quanta epicità c’è in questa foto?
Pick #17: Dennis Schroeder
Terzo giocatore international di fila a salire il palco. Schroeder aveva fatto onde all’hoop summit e schifo totale ai provini. Tutto ciò gli era valso un sali-scendi nei mock che aveva obnubilato le capacità divinatorie di chiunque.
Comunque Schroeder è un giocatore che con la palla in mano è praticamente inarrestabile ed ha già dalla sua diversi anni di esperienza con i pro oltre oceano.
Deve migliorare sensibilmente il suo QI cestistico, ma se lo affiancano al coach che aveva addestrato Teague ne può uscir fuori uno steal pazzesco.
Pick #18: Shane Larkin
Si ferma la danza della miseria di Cuban con l’acquisizione della point guard di Miami.
Larkin è un discreto floor general con un jumper extra lusso e dedizione sui due lati del campo. Il più grosso punto di domanda è dato dal fisico decisamente minuto, che gli impediva di tentare la penetrazione già a livello collegiale. In un backcourt come quello di Dallas che latita di centimetri potrebbe non essere la mossa della vita, ma Larkin potrebbe essere ceduto a luglio sempre per l’eventuale arrivo di Dwight Howard.
Pick #19: Sergey Karasev
I Cavs sembravano intenzionati a salire di posizioni per assicurarsi il giovane russo.
Karasev possiede un QI stellare per giocare a pallacanestro e una tecnica di tiro e passaggio ben sopra la media. Ha giocato nelle manifestazioni giovanili come un veterano d’esperienza.
I tasti dolenti sono una fisicità sotto il par che potrebbero costringerlo a giocare da guardia più che da ala piccola e un posizionamento in difesa da galera. Tutte cose su cui si può tentare di lavorare.
Non è ancora chiaro se giocherà subito in NBA o se passerà ancora 1-2 anni nella madre patria Russia.
Pick #20: Tony Snell
La prima cosa da fare con questa pick è chiedere a NBA tv la diretta di tutti gli allenamenti in cui Thibodeau spiegherà la difesa al giovane Tony. Credo che sia paragonabile a smanettare un pacemaker con un cacciavite da motocicletta.
Tony Snell comunque ha alte percentuali realizzative con il suo jumper a cui abbina un rilascio fulmineo della palla.
Deve capire bene in che ruolo giocare, ma la mancanza di ball handling potrebbe portare i Bulls ad utilizzarlo come tiratore spot-up, a patto che non faccia morire di infarto lo zio Tom per la sua fase difensiva o per la sua similitudine con uno dei selvaggi del film Avatar.
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Ottimo come sempre! Volevo solo dire che avevo letto che Antetokounmpo (l'ho copincollato anch'io) giocherà ai bucks già dal prossimo anno
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[…] Terza e ultima parte del draft 2013. Per i più disattenti o per chi volesse rinfrescarsi le idee qui trovate la parte 1 e la parte 2. […]